L'Alta Marca Trevigiana
L'Alta Marca
Quando si parla di Alta Marca si intende, in senso stretto, tutta area collinare e pedemontana della provincia di Treviso compresa tra Borso del Grappa e Cordignano, dai Colli Asolani e il Montello alla Vallata e Valmareno, da Valdobbiadene a Pieve di Soligo, da Revine Lago fino a Fregona, dal Vittoriese e Coneglianese a Montebelluna.
L’Alta Marca è ricca di storia, di tradizioni; teatro e memoria della Grande Guerra che interessa in modo particolare questa zona per la sua vicinanza al Piave, fronte tra le truppe italiane e austriache definitivamente sconfitte con la battaglia di Vittorio Veneto.
E’ anche un territorio immortalato e vissuto da grandi artisti come Giorgione, Tiziano, Veronese, Canova che hanno lasciato opere fondamentali dell’arte, della cultura, dell’architettura e costituisce un patrimonio da preservare, tramandare e valorizzare.
Il territorio offre anche natura e paesaggi meravigliosi in un ambiente che in pochi chilometri collega il sistema delle Prealpi alla pianura e il clima, particolarmente mite, ha reso la terra ancora più generosa e l’ambiente rurale dolce e accogliente, rendendo l’Alta Marca una delle mete turistiche più interessanti nel panorama turistico nazionale.
E’ distinta da una fascia coltivata che si estende quasi completamente sulle colline ed è caratterizzata dalla coltura della vite e del mais. Quando si raggiunge un’altitudine di circa 900 m l’elemento dominante del paesaggio è offerto dal bosco misto e sopra i 1000 m di quota ed è caratterizzata dalla presenza di pascoli montani.
L'acqua, disponibile quasi ovunque, ha reso fertile questo territorio, dotandolo di coltivazioni pregiate che grazie alla presenza di alcuni prodotti enogastronomici d’origine, d’indicazione geografica e tipici tradizionali arricchiscono la tavola, l’arte culinaria ed esaltano la gastronomia delle colline. La sapiente capacità d’innovazione e la presenza di parecchi prodotti leader ha reso l’Alta Marca visibile a livello internazionale non solo con piatti raffinati e con vini di qualità, ma anche con pietanze frugali tipiche della montagna prealpina.
Codognè
Codognè, comune di 5.386 abitanti situato a 26 metri s.l.m. in provincia di Treviso, il suo territorio si estende su una superfice di 21,70 kmq².
Appartengono al territorio di Codognè le frazioni di Cimavilla, Cimetta e Rovervasso.
Il toponimo Codognè ha origine dal latino cotognetum, dovuto alle piantagioni di melo cotogno, un tempo molto diffuse.
Il territorio di Codognè, esteso in pianura tra i fiumi Piave e Livenza è fertile e in vasta parte agricolo grazie anche alla presenza di diversi corsi d'acqua e di risorgive che lo attraversano.
In questa zona sono diffusi la viticoltura (vini cabernet, merlot, raboso) e l'allevamento (con produzione lattiero-casearia). L'industria è presente nei settori alimentare, edile, meccanico, elettrotecnico, tessile, del mobile, del legno, delle arti grafiche, dell'ottica e degli strumenti di precisione, dei materiali lapidei, delle materie plastiche e della lavorazione dei metalli.
Villa Toderini
Progetto attribuito a G. Frigimelica, con annessa chiesa barocca,
ricostruita nel 1780, nella quale soggiornò anche il poeta Ugo Foscolo.
Vista sulle Prealpi, aprile 2012
Bosco del Cansiglio
Il Cansiglio è un altopiano delle Prealpi Carniche posto a cavallo tra le province di Treviso, Belluno e Pordenone.
Dalla caratteristica forma a catino, ha una quota minima di 898 m e i rilievi importanti sono: M. Pizzoc (1565 m), M. Croseraz (1694 m) e M. Millifret (1577 m).
I principali accessi all'altopiano sono: a sud attraverso la valle della Crosetta che si accede da Vittorio Veneto (TV) e a nord dalla valle del Campon nella zona dell'Alpago (BL).
Il Cansiglio è una delle più belle foreste demaniali del Veneto. La parte centrale, il Pian Cansiglio, a circa 1000 m di quota, è un grande pascolo verde punteggiato di malghe dove d'inverno si pratica lo sci mentre nei mesi estivi è molto frequentato il campo da golf. Questo parco naturale offre al visitatore la possibilità di percorrere diversi sentieri a piedi, in bicicletta o a cavallo.
Notevole interesse rivestono anche il Museo Naturalistico e il Museo dell'Etnografia.
Il clima è temperato, con escursioni termiche da 29° a -20°, l'umidità è elevata per le abbondanti precipitazioni e spesso nella conca è presente la nebbia; l'inversione termica è rilevante con venti gelidi provenienti dalle cime più alte.
La natura carsica del terreno
fan sì che i detriti accumulati nelle doline non si decompongano facilmente, così si formano dei laghetti con un fondale di torba molto spessa. L'importanza della torbiera, sta nella loro natura conservativa dei depositi organici, utili per tracciare un quadro evolutivo della vegetazione circostante.
Questo è il regno degli anfibi e delle piante acquatiche, tra cui la drosera, piante specializzata nella cattura di insetti.
La conca è il regno del faggio dal fusto alto, nel sottobosco si possono ammirare tutte quelle piante che amano l'ombra: le felci, l'anemone di bosco, l'elledoro verde e l'acetosella. Scendendo di quota, il faggio si associa all'abete e scompare del tutto nelle vicinanze della piana ove il clima è freddo e umido; in queste zone l'uomo ha creato zone di monocoltura di abete rosso o bianco.
La piana è caratterizzata dai pascoli e dalla prima vegetazione forestale.
Nel Cansiglio la caccia è vietata e qui si possono ammirare molte specie animali: facili da avvistare sono il Capriolo, il Cervo (a nord), il Daino, la Faina, la Volpe, lo Scoiattolo, la Poiana, lo Sparviero, la Civetta, il Gallo Cedrone, il Cuculo, il Picchio Rosso e Nero, le Cicogne, ecc..
Rari e occasionali sono l’avvistamento della Lince, dell’rso bruno, dell’aquila reale e del Gufo Reale.
Informazioni raccolte da www.tragol.it.
Passo della Crosetta
lI Passo Crosetta, 1118 m, si raggiunge dalla strada che da Vittorio Veneto porta in Pian Cansiglio. Da lì il sentiero s’inerpica subito velocemente per un breve tratto, per poi continuare con dolci sali scendi e giri panoramici in mezzo al bosco dal quale ogni tanto si vedono ampi scorci della pianura, dei colli Euganei e delle Dolomiti.
Per molti tratti il sentiero segue il confine tra Friuli e Veneto passando anche nella zona del Col dei Scios, superficie nella quale è possibile trovare reperti fossili di conchiglie marine, ricordo dei mari che una volta ricoprivano questi luoghi.
La stagione migliore per inoltrarsi in questa zona è l'autunno per via degli splendidi colori che ci regala questo paesaggio: dal verde brillante degli abeti al giallo e rosso infiammato dei faggi e larici.
Veduta di Caneva dal Cansiglio
Ruderi del Castello di Caneva
Sorge sulla collina ai piedi della grande scarpata del Cansiglio che domina Caneva e la pianura, nei pressi di una precedente torre di avvistamento romana.
Il castello comprendeva due cinte murarie, una sulla cima del colle proteggeva le dimore signorili ed il mastio ed una più bassa cingeva il borgo abitato.
Nella sezione centrale del castello sono stati rinvenuti i resti di una necropoli altomedievale costituita da una ventina di sepolture. Erano quello che restava di un villaggio quasi certamente non fortificato, ma posizionato in un luogo abbastanza protetto.
La collocazione del maniero strategicamente posto in zona di confine tra Friuli e Veneto era punto fondamentale per il controllo e la difesa della strada del commercio e lo rese molto ambito da diversi nobili friulani ma fu anche luogo di molti e violenti combattenti tra le truppe patriarcali e quelle della marca trevigiana.
Dal 1034 il castello compare tra i possedimenti della Chiesa di Aquileia per concessione dall’imperatore Corrado II che lo dona al Patriarca Popone. Dopo la sottomissione del Comune alla Serenissima, a partire dal 1419, il castello perde ovviamente d’importanza e degrada lentamente tant’è che oggi dell’antico maniero rimangono solo resti dei muraglioni dell’antica cinta di difesa e di alcune torri.
Al centro della diroccata cinta muraria si trova la Chiesa di Santa Lucia dell’XI secolo, ricostruita ed ampliata nel XVI secolo su strutture dell'XI secolo nella quale so trovano affreschi rinascimentali.
Rugolo - Chiesa di San Giorgio Martire
Rugolo è un piccolo centro arroccato sulle pendici delle colline trevigiane, ai piedi del Cansiglio.
Intorno all'antica chiesa vecchi borghi e case sparse si raccolgono, dominando sulla pianura veneto - friulana.
Alla chiesa di San Giorgio si deve il culto di questo santo. Di origine longobarda (circa VII secolo) assunse l'attuale aspetto tra il XVI e il XVII secolo. Fu parte del Patriarcato di Aquileia fino al 1818, quando passò alla Diocesi di Ceneda.
La facciata, rivolta ad ovest, è a capanna, aperto da un rosone e da un portale rettangolare lapideo con lo stemma del patriarca Marco Gradenigo. Alla parte bassa della superficie di facciata sono addossate delle lapidi e il cimitero cinge i lati est e nord dell'edificio. Sul lato sud si erge il campanile di impianto romanico, con bifore all'altezza della cella campanaria.
Gli interni, a una navata, conservano degli affreschi quattrocenteschi. Nel presbiterio è conservata anche una tela del 1756 di Egidio Dall'Olio, rappresentante San Giorgio.
Colline della Pedermontana sopra Vittorio Veneto
Mondragon di Corbanese
Paesaggi tra Tarzo ed Arfanta
Conegliano
Conegliano è la città più importante della Marca Trevigiana e si estende su un territorio tra pianura e collina con una superficie pari a 36,33 kmq². Con i suoi 36.000 abitanti circa è il secondo comune della provincia per numero di abitanti dopo il capoluogo.
La città, posta a metà strada tra la montagna e la pianura e punto di passaggio per raggiungere il Friuli, occupa una posizione strategica rispetto le vie di comunicazione (la rete ferroviaria e le strade).
Città natale del famoso pittore G.B. Cima (1457-1517), è denominata la “Perla del Veneto” e “Città d’arte e del vino” per sua la storica tradizione vitivinicola che le ha fatto ottenere notorietà a livello internazionale soprattutto per la rinomanza di due pregiati vini Doc: il Colli di Conegliano e il Prosecco di Conegliano - Valdobbiadene. Conegliano è sede inoltre di due rinomate istituzioni scientifiche del territorio: “ la Scuola di Viticoltura e di Enologia e l’Istituto Sperimentale per la Viticoltura”.
Dal 1966 tra le sue colline è stato istituito il primo itinerario enologico, la “Strada del Prosecco e Vini dei Colli Conegliano Valdobbiadene”, che attraversa i suoi paesaggi ricchi di storia e di tradizione.
Aziende che si occupano di enologia rivestono notevole importanza, soprattutto nella produzione di botti di legno e bottiglie di vetro. La zona circostante la città ospita anche numerosi insediamenti industriali, molti dei quali specializzati nella produzione di elettrodomestici, materiale elettrico e lavorazione dell'acciaio inox.
Estendendosi su un territorio molto variegato, distribuito tra pianura e colli, Conegliano presenta, oltre alle ricchezze artistiche, alcune ricchezze naturalistiche.
Il maggiore corso d'acqua che attraversa il comune e la città di Conegliano è il fiume Monticano, che taglia il centro a est del Colle di Giano, scendendo dai colli di Cozzuolo e Formeniga (nel comune di Vittorio Veneto. Numerosi altri corsi d'acqua (come il Cervano e il Crevada) scorrono nell'area circostante il centro della città e attraversano le frazioni e le zone acquitrinose della Valbona. Al confine nord-est del centro è presente anche un lago di piccole dimensioni, il Lago di Pradella, vecchio bacino di origine artificiale.
Fonte: Wikipedia.
Il Castello
Conegliano nacque nel XII secolo, quando un gruppo di famiglie nobili si organizzò creando un governo di tipo comunale attorno alla bastia, con la conseguente formazione di un borgo. Il Castello di Conegliano rimase sempre il centro del potere, sia civile che religioso. Con il sanguinoso assalto del 1153, Conegliano fu però subito sottomessa al comune di Treviso che ne potenziò le difese, ricostruendo il castello, vista la posizione chiave verso il Friuli.
Nel Settecento il castello, già da tempo in rovina, fu in gran parte demolito per fornire materiale di recupero utile alle nuove costruzioni, tra cui il Palazzo Comunale (1744).
Il Castello, posto sulla cima del Colle di Giano, è una delle architetture più antiche della città. Dell'originario complesso rimangono la Torre della Campana, parte dell'antico duomo e parte della cinta muraria.
L'edificio superstite è sede del Museo civico di Conegliano, contenente numerosi reperti e opere d'arte; alla fine della visita si giunge sulla sommità della torre, dalla quale il panorama, a 360 gradi, è dei più ampi: a nord i colli e le Prealpi, a sud la pianura veneta, fino alla laguna di Venezia.
Teatro Accademia
L'Amore è...
L'Amore è... la Nostra Storia
Primi Passi
Il Sentimento
La Vita che Vorrei
Sogni
Musica
I Love Music
Il mio Angelo
Testi Canzoni d'Amore
I Puffi
Tatty Teddy Bear
La Sua Storia
Raccolta di Clip Art
Video
Cucina
In Cucina con Ico
Le Ricette di Arturo e Kiwi
Cianfrusaglie